Previsioni meteo: guida a una corretta interpretazione dell'orario delle carte
Anche i surfisti che non viaggiano spesso in giro per il mondo sanno dell’esistenza dei fusi orari. Quello che forse tutti non sanno, o ignorano, è come questi fusi orari vengono gestiti dai modelli previsionali del moto ondoso. Cercherò di spiegarmi meglio…
Avete mai notato che spesso l’ingresso delle mareggiate è in ritardo rispetto all’ora riportata nel bollettino o nelle carte del mare? Sicuramente si. Spesso abbiamo dato la colpa ai “soliti” meteorologi che non ci azzeccano mai, altre volte abbiamo pensato che in effetti è difficile prevedere con esattezza l’orario di ingresso delle mareggiate. Certamente entrambi questi fattori possono contribuire al cosiddetto “errore sistematico” delle previsioni meteo-mare, specialmente quando l’oggetto dei complessi algoritmi previsionali sono variabili così volubili come i venti o il mare. Bene, spesso l’errore è solo apparente. Se volete estrarre il meglio dalle carte di previsione del moto ondoso, se avete i “minuti contati” per la vostra surf session e dovete ben calcolare quando andare in mare oppure non volete percorrere chilometri in auto per poi trovare il mare piatto, questo articolo di approfondimento fa la caso vostro.
I modelli per le previsioni meteo, e di conseguenza le carte del mare che essi generano, risolvono il problema costituito dalla differenza dei fusi orari dei vari paesi mondiali assumendo come unico punto di riferimento l'orario del meridiano zero, ossia il meridiano di Greenwich.
Il GMT (Greenwich Mean Time (Tempo medio di Greenwich) o anche Greenwich Meridian Time (Tempo del meridiano di Greenwich)) è la sigla che identifica il fuso orario di riferimento della Terra. Il nome fa riferimento alla città di Greenwich, un sobborgo di Londra (Inghilterra), dove ha origine, per convenzione internazionale, il meridiano fondamentale (detto anche meridiano di Greenwich) avente longitudine pari a 0°. Tutti gli altri fusi orari del pianeta sono definiti relativamente al tempo GMT, con un numero intero positivo o negativo a seconda che il fuso orario sia in anticipo o in ritardo rispetto all'orario GMT. Da vari anni a questa parte è consuetudine chiamarlo non più GMT bensì UTC (Tempo Universale Coordinato), ma la sostanza rimane la medesima: Il Tempo Universale Coordinato (UTC), conosciuto anche come tempo civile, è il fuso orario di riferimento da cui tutti gli altri fusi orari del mondo sono calcolati. È il successore del Tempo Medio di Greenwich (GMT), perciò talvolta si usa sia UTC che GMT indifferentemente. Il nuovo nome è stato coniato per non dover menzionare una specifica località in uno standard internazionale. L'UTC, infatti, si basa su misurazioni condotte da orologi atomici invece che su fenomeni celesti come il GMT. A causa del rallentamento della rotazione della Terra, il GMT ritarda costantemente rispetto al "tempo atomico" UTC. Quest'ultimo è tenuto entro 0,9 secondi, aggiungendo o togliendo secondi alla fine di ogni mese, quando necessario. I secondi aggiuntivi sono determinati dal Servizio Internazionale della Rotazione Terrestre, basandosi sulle loro misurazioni della rotazione terrestre. "UTC" non è una vera abbreviazione: è una variante di Tempo Universale, abbreviato in UT, e modificato con C (per "coordinato") come suffisso, seguendo il modello delle altre varianti del Tempo Universale. Come tutti sappiamo, a marzo e a ottobre di ogni anno dobbiamo regolare l’orologio secondo “l’ora solare” (paradossalmente in inverno) e “l’ora legale” (in estate). Da un punto di vista tecnico gli esperti (meteorologi e, mi sento di aggiungere, surfisti) parlano di CET e CEST: CET è l'acronimo di Central European Time, ovvero il fuso orario dell'Europa centrale che comprende anche l'Italia. È chiamato anche UTC+1 (essendo un'ora avanti rispetto al Tempo Coordinato Universale, cioè all'ora del Meridiano di Greenwich) oppure Middle European Time (MET). In Italia lo conosciamo come "ora solare" (da ottobre a marzo). CEST è l'acronimo di Central European Summer Time (in italiano ora estiva dell'Europa Centrale o "ora legale"). Esso indica il fuso orario dell'Europa Centrale nel periodo e per quei Paesi che introducono l'ora legale estiva, portando avanti gli orologi di un'ulteriore ora, allo scopo di meglio sfruttare le ore di luce solare. L'ora, di fatto, diventa UTC+2. Gli Stati e i territori che usano l'ora legale estiva, fra l'ultima domenica di marzo e l'ultima domenica di ottobre sono: Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Francia (metropolitana), Germania, Gibilterra, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Monaco, Norvegia (comprese le Svalbard e Jan Mayen), Paesi Bassi (metropolitani), Polonia, Repubblica Ceca, San Marino, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna (comprese le città africane di Ceuta e Melilla, ma non le Canarie), Svezia, Svizzera, Tunisia, Ungheria.
Ma vi domanderete voi: “cosa c’entra tutto questo discorso con le onde???”
C’entra e come, rispondo io. Forse non tutti avranno notato che accanto all’orario riportato sulle carte del mare c’è una sigla; guarda caso UTC…
La questione, all’apparenza banale, ha una profonda importanza sia per chi deve effettuare le previsioni del mare (come chi si occupa della sezione meteo di SingleFin.it) sia per chi in mare, invece, ci deve andare (SingleFin.it, di nuovo, e tutti voi).
La stessa situazione si verifica, ancor più esasperata, l’estate: se le carte danno una swell in ingresso per, ipotizziamo, le 7 (UTC) di mattina del 1 Luglio tenete in considerazione che in pratica essa arriverà sulle nostre coste non prima delle 9 (UTC+2, siamo in CEST o “ora legale”)! Se avete l’intenzione di “fare la levataccia” per dare il benarrivato alla tanto attesa mareggiata estiva, sappiate che molto probabilmente vi alzerete presto invano… meglio allora aspettare la pausa pranzo alle 12… La questione, per ovvie ragioni, riveste ancora maggior importanza per chi deve organizzare i contests e in generale per tutte quelle persone che per un motivo o per l’altro devono far convivere gli impegni con la passione per uno sport che “quando chiama, bisogna correre”…soprattutto se si vive in Italia. Il consiglio finale? Controllate bene le carte la prossima volta che programmate una uscita… e tenete d'occhio l'orologio. [Testo di Marco Matteucci / SingleFin]
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