Review: Picturing Los Angeles
Editore: Gibbs Smith Publisher (2006) 336 pagine (b/n), cartonato Lingua: Inglese Prezzo: $39.95
Due ragazze tengono in mano dei pezzi di legno avvitati. Il costume è intero. Un bambino nuota alle loro spalle e una fronda di kelp moribonda accarezza i loro legni. Sullo sfondo una spiaggia poco affollata osserva incuriosita i gesti delle due bagnanti; più indietro qualche albero, lo sfondo di una metropoli. Poi solo il cielo... e l'arsura.
Se in quel periodo foste capitati su una spiaggia dell' attuale metropoli californiana, con ogni probabilità avreste avuto ben poche possibilità di imbattervi in un scena come questa. Allora "galleggiare sul legno" non era una pratica così diffusa. Tuttavia proprio con questa immagine si apre il libro che recensiamo in questa occasione, "Picturing Los Angeles", a testimonianza del profondo legame fra la città californiana e le radici del surf moderno.
Il libro ha la forma di una timeline illustrata in bianco e nero che a partire dal 1769 ci accompagna fino al 1990. Alle parti di testo, asciutte e molto chiare sebbene in inglese, si accostano immagini raccolte sia dagli archivi dei quotidiani che dalle abili mani di fotografi famosi. Scene di vita vissuta, sport, politica, cinema e divertimento si mescolano alla rappresentazione quotidiana del crimine, disastri e disagio sociale in quel caleidoscopio in eterna contraddizione che è la società americana. Degna di nota a pag. 56 la foto di George Freeth, pioniere hawaiiano nonchè importatore della disciplina del surf nel nuovo mondo; la foto lo ritrae in quella che è una delle prime immagini della nascita del surf in California nei primi del '900. Di li a poco il fenomeno si sarebbe trasformato in quello che tutti noi conosciamo. In conclusione "Picturing Los Angeles" è 300 pagine di storia americana saputa raccontare in maniera moderna e mai noisa. Un libro che farà la gioia dell'appassionato e di tutti coloro che vogliono comprendere le radici di molti aspetti del "Golden State" e di una delle sue città più rappresentative. Consigliato. Marco Matteucci |