George Greenough: a matter of genius
George Greenough è una vera leggenda vivente dela storia del surf, quello che potremmo, non a torto, definire il "Leonardo da Vinci" delle onde.
Le significative introduzioni tecniche e stilistiche, quando non vere e proprie invenzioni, generate dalla sua mente geniale, hanno segnato in modo radicale e definitivo la pratica del surf, lo stesso modo di intenderlo, la visione dello scivolare sull'onda e dentro di essa.
E' stato pioniere delle prime forme della fotografia acquatica e inventore a tempo pieno, George è passato alla storia per il suo contributo innovativo al design delle tavole e delle pinne, spesso così precursore da non riscuotere molto successo ai suoi tempi: sue sono le dime delle Greenough fins (la "Stage IV" e la "Stage VI" tanto per citare le più famose), quelle pinne che grazie alla superficie ridotta hanno rivoluzionato il modo di surfare spingendo la manovrabilità delle tavole verso limiti mai provati fino agli anni sessanta; Sua invenzione è la knee-board, una tavola a metà strada fra il bodybord e la surfboard, dove si surfa in ginocchio e protogenitrice dei più moderni "fish". Inoltre suoi sono i primi contributi filmati in soggettiva di scene di surf.
Figura ironica ed iconoclastica nella scena mid and late sixties, George Greenough nasce a Santa Barbara, discendente di un celebre scultore ottocentesco americano (Horatio Greenough), e nipote della altrettanto celebre soprano Beverly Sills, ha rincorso per tutta la vita i suoi sogni, visionario quanto basta per vederli praticamente realizzati.
Migrante e nomade per natura e per scelta, una volta George ha detto di aver calzato scarpe solo tre volte in tutta la sua vita, e c'è ben da credergli! Trasferitosi con la famiglia in Australia, vive di fatto nella zona di Byron Bay, dove continua a sperimentare.
La sperimentazione, intesa anche fine a se stessa, è una delle caratteristiche che gli sono valse la leggenda, molto più della sua abilità sulle onde o della sua comunicatività. George iniziò i primi esperimenti sulle "water housing" per cineprese, lavorando per alcune produzioni holliwoodiane degli anni sessanta, introducendo per primo vere soggettive cinematografiche e scene "action" in film da botteghino. Le sue riprese dalla "green room", il tubo dell'onda, sono veramente leggendarie, oltre che poetiche e sicuramente eccellenti in considerazione della tecnologia in possesso all'epoca, nonchè del fatto che nessuno lo aveva fatto prima! Una delle sue ispirazione è indubbiamente Tom Blake, e George, come il genio del Wisconsin, è arrivato a rivoluzionare consapevolmente o inconsapevolmente il modo di fare surf.
Dopo i suoi primi tentativi di riprese in acqua ed essersi costruito tutta l'attrezzatura e le lenti necessarie, Greenough si mise all'opera con "The Innermost Limits of Pure Fun" (1970), il surf-documentary che ha scosso le fondamenta del surfing mondiale, mostrando un modo radicale di andare sulle onde fino ad allora legato all'estro di pochissimi sperimentatori.
I meriti di Greenough non si fermano alla messa su pellicola della "rivoluzione", ma ricadono anche su di lui, in quanto contemporaneamente inventore e sperimentatore di due nuove "tecnologie" anch'esse radicali: il kneeboard e le nuove pinne flexi.
Del kneeboard di Greenough, ne abbiamo abbondantemente parlato, sottolineando come la riduzione di volume e lunghezza permettesse di aggredire il lip dell'onda ed infilarsi letteralmente nel tubo in modo così radicale da apparire addirittura fantascentifico per l'epoca. La rivoluzione dettata dal kneeboard se vogliamo, non è diretta, perchè di fatto George Greenough non lavorò mai effettivamente all'idea di una tavola simile da poter cavalcare in piedi, tuttavia i concetti introdotti ed elaborati poi da altri shapers (come McTavish) fornirono le basi per le tipiche lavorazioni della carena (bottom) con l'introduzione della forma a guscio (hull) ed il canale, l'estrema rastremazione dei bordi e la lunghezza molto ridotta.
Per quel che riguarda le pinne, George Greenough evidenziò come una maggiore flessibilità costruttiva mantenesse, pur riducendo il volume per ottenere una maggior manovrabilità, una ottimale portanza e quindi spinta e controllo della tavola stessa. La tipica forma delle Stage I, II, III, IV ricalca esattamente la progressiva, seppur rapida, evoluzione dello stile del surf a cavallo tra i sessanta ed i settanta.
Un'ulteriore introduzione ed evoluzione sono stati i surf-mats, semplici materassini gonfiabili, spesso ripresi in numerose scene dei suoi films, non ultimo Crystal Voyager. Naturalmente non possiamo non menzionare "Echoes, uscito nel 1973 come cortometraggio ed inizialmente filmato come parte di Morning of the earth di Falzon. Nel 1978 Milius lo reclutò come direttore delle scene acquatiche di "Un mercoledì da Leoni".
Il suo ultimo progetto "Glide with the Dolphins" lo ha portato a costruire una camera-housing speciale per potersi muovere insieme ad i delfini e riprenderli da vicino con un 35 mm: il guscio delle telecamera riproduce le sembianze di un cucciolo di delfino.
Nonostante la sua forte personalità, George Greenough è sempre stato un personaggio che si è trovato ai margini della scena surf mondiale, e sebbene gli sia oggi riconosciuto il merito per tutto ciò che ha introdotto, elaborato ed immaginato, non è, per nostra fortuna, personaggio da mainstream.
Lontano da ogni clamore, continua a sperimentare la Sua visione.
[Testo di Marco Mazzini / SingleFin]
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Crystal Voyager (film)