Shapers: Intervista con Skip Frye

DUE PAROLE CON:

SKIP FRYE

Un grosso sorriso stampato in faccia e pacche sincere sulle spalle: ecco come tutti gli amici descrivono Skip Frye.
Una leggenda di San Diego: Harold Richard Frye è nato nel 1941 e si dette al surf relativamente tardi, quando la cosiddetta "Golden Age" del surf era al tramonto. Gli abbiamo potuto rivolgere solo alcune domande, ma siamo felici di farvele leggere: quella che emerge è una grande energia che guarda sempre al futuro.





 
SingleFin: Puoi raccontarci cosa è rimasto impresso maggiormente delle prime esperienze surfistiche?
SKIP FRYE: Era il '58 e surfavo ancora con una tavola in balsa. Penso di aver iniziato attorno ai primi anni '50. Iniziai ad andare in mare con la tavola assai dopo gli altri ragazzi, avevo una quindicina d'anni e secondo me sono stati anni bellissimi. Molti pensano all'epoca d'oro del surf come agli anni sessanta ma per me il decennio precedente fu memorabile: ancora le tavole in balsa che sembravano dorate nell'acqua. In realtà l'oceano era sempre stato vicino a me. Ero un buon nuotatore e dovevamo pur esserlo visto che non avevamo il leash!
Quindi niente leash, e adesso?
Assolutamente! niente leash, è solo un peso che ti porti in acqua. Uso solo il leash quando scambio la tavola con degli amici. Meglio essere un buon nuotatore che usare il leash perchè fa solo resistenza in acqua: a meno che tu non voglia surfare dove è facile sfasciare la tavola! Anche la cera (wax) a pensarci bene può dar resistenza!! Mi ricordo che la prima volta che ho surfato, un mio vicino di casa mi prestò la sua tavola, ed ho faticato parecchio per andarmela a riprendere in mare...
E poi, hai iniziato a fartele da solo?
Oh, no. Mike Diffenderfer mi fece lo shape di una tavola al Burland Surf Boards a Turquoise Street. Poi io la presi e la portai da due miei amici che la resinarono per me. Ovviamente era una cosa normale, quasi tutti shapavano e resinavano le proprie tavole in garage o in giardino all'epoca..
Ma gli anni Sessanta sono proprio da buttare via per te?
No, assolutamente, Il mio giudizio era solo per un fattore di tavole. In realtà le dispute amichevoli, o meno, tra i club di Windansea e Malibù sono state veramente mitiche. Hanno portato una ventata di freschezza. Mi ricordo Mike Hynson e LJ Richards, un gran Surf Team. E poi la quantità di contests che venivano creati, dal nulla. Per questo è stato un gran periodo. Come ho sempre detto:. "Il miglior surfista quello che si diverte di più". E quel che accadde intorno al 1963 fu proprio questo.
Ed oggi?
Oggi voglio dedicarmi ad una ricerca più spirituale, per me stesso. Al di là di tutti i clamori dell'esterno. Per il resto continuo a lavoare. Al momento ho certo numero di shapes di tavole e di pinne a cui sto lavorando, e sarebbe fantastico poter seguire le swell 365 giorni l'anno, per testare e valutare tutte le mie idee. Adesso le line up sono un vero affollamento, per cui io posso solo dire alle nuove leve: imparate a condividere! Imparate a condividere le vostre onde e sarete migliori.
[a cura di MARCO MAZZINI / SingleFin]

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